Breve storia dell'Ospedale di S. Maria della Vita

L’Ospedale di S. Maria della Vita è stata la prima importante istituzione ospedaliera bolognese. Fu fondato attorno al 1275 dalla Compagnia dei Devoti o dei Battuti della città di Bologna, connessa al movimento dei Disciplinati del 1260. Si tratta quindi di un’istituzione medievale che deve essere intesa nella sua valenza di ente caritativo in soccorso di coloro che non erano in grado di provvedere da soli a curarsi, cioè i pellegrini, i viandanti e i poveri della città.

Archivio di Stato di Bologna, Demaniale, Ospedale di S. Maria della Vita, Campione, serie X, 14 (248), 1585-1601, c. 8r
Ranieri Fasani fondatore nel 1275 circa della Compagnia dei Devoti o dei Battuti di Bologna.

L’Ospedale della Vita non fu l’unico a Bologna: dal XIV secolo in poi, quando, come ovunque, si rese necessario provvedere ai bisogni di una società avviata verso forme economiche in cui la forbice fra povertà e ricchezza tendeva ad allargarsi sempre più, anche altre confraternite religiose istituirono strutture assistenziali, come S. Maria della Morte, nel luogo dell’attuale Museo Civico Archeologico, per l’assistenza ai carcerati e ai condannati, oltre che agli infermi.

Le istituzioni assistenziali, grandi e piccole, si moltiplicarono nel corso dei secoli successivi, fin tanto che negli anni fra il 1798 e il 1801/6 furono prima soppresse dal governo napoleonico, poi unite in due grandi ospedali cittadini, quello della Vita e della Morte, che sarebbe poi diventato l’attuale Ospedale Maggiore, e quello di S. Orsola, che sarebbe diventato il polo clinico dell’Università a partire dal 1860.